ABBIAMO UN SOLO OBIETTIVO:

interconnettere molti marchi famosi in un unico sistema di gestione

In un mondo in cui tutto è automatizzato, gli oggetti diventano intelligenti, le auto si parcheggiano da sole e tutto è “geolocalizzato”… la casa è l’unico oggetto rimasto analogico.

I motivi principali sono la difficoltà di utilizzo dei sistemi, la spesa sostenibile solo da pochi eletti, e la complessità di installazione e programmazione degli oggetti, che necessitano di installatori e programmatori estremamente competenti.

La domotica tradizionale, quasi prettamente filare, necessita inoltre di opere murarie, sostituzione di cavi e tant’altro, facendo lievitare i costi in modo esponenziale, di conseguenza la scelta dell’utente ricade solo in fase di costruzione della propria abitazione.

L’internet delle cose sta stravolgendo in modo definitivo il mercato della Domotica.

Le nuove tecnologie, basate sul trasferimento dei dati via radio e nella maggior parte dei casi autoalimentate, permettono di automatizzare la propria abitazione a costi contenuti.
I vantaggi sono molteplici e vanno dalla semplicità di installazione, alla semplicità di utilizzo, alla scalabilità degli impianti che permette all’utente di aggiungere oggetti in base alla reale esigenza, alla mancanza assoluta di opere murarie e quindi all’eventuale spostamento dell’impianto anche in caso di cambio abitazione.

Finalmente possiamo rendere intelligente la casa di tutti, con costi ridotti e grazie al nostro progetto possiamo far vivere un’esperienza entusiasmante ai nostri clienti.

 UN MERCATO IN CRESCITA

2015 ricerca di mercato
2016 - ricerca di mercato
2020 - ricerca di mercato

Il politecnico di Milano, Osservatorio Nazionale dell’Internet delle cose cita:

Nel 2015 boom dell’internet of things, +30% Il mercato degli oggetti interconnessi vale 2 miliardi di Euro.  Il mercato è trainato da contatori del gas e auto connesse. Ma per il 2016 si attende una crescita importante per le SMART HOME. Il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per la Smart Home.  L’Osservatorio ha identificato tre cluster di utenti che differiscono per familiarità verso la tecnologia, profilo sociodemografico e conoscenza della Smart Home: i Conservatori (il 45% ne ha già sentito parlare), i Fruitori(60%) e i Tecnofili (75%), con profonde differenze tra priorità, canali e soluzioni. Conservatori e Fruitori si orientano verso soluzioni consolidate e prediligono funzionalità di risparmio energetico e antintrusione, iTecnofili sperimentano installando in autonomia i prodotti e sono interessati principalmente al comfort e al benessere.

In crescita non solo l’interesse per i prodotti, ma anche per i servizi per la Smart Home (il 72% dei consumatori è intenzionato ad acquistare tali servizi). E grandi player internazionali stanno entrando nel mercato proponendo un proprio hub, a cui sarà possibile agganciare una pluralità di applicazioni e servizi. “Il passaggio dal prodotto al servizio è la chiave di volta per trasformare il potenziale interesse dei consumatori in concrete opportunità di mercato. L’offerta inizia a esserne consapevole: se sono ancora poche le soluzioni sul mercato che vanno oltre la mera gestione di dati in cloud, numerose startup stanno iniziando a cogliere questa esigenza. E questo è strettamente correlato alle opportunità di valorizzazione dei dati raccolti”.
Oltre alla tradizionale filiera della domotica, le soluzioni per la Smart Home sono veicolate ai consumatori tramite sempre più canali, Ma la vera novità è la discesa in campo dei retailer tradizionali, che nel 2016 consentirà alla Smart Home di “mettersi in mostra” nei negozi. Gli installatori dimostrano ancora una conoscenza limitata di prodotti e servizi per laSmart Home e hanno realizzato finora pochi progetti. Mentre gli architetti sono consapevoli della rilevanza (l’84% ritiene che la Smart Home sia una opportunità), ma hanno conoscenza superficiale (il 97% ha bisogno di formazione aggiuntiva). “La filiera tradizionale deve compiere ancora passi importanti per non ripetere gli errori commessi nei decenni passati con la domotica. I produttori dovranno mettersi in gioco di più in prima persona ed essere in grado di attribuire i giusti ruoli ai diversi attori coinvolti. Non solo installatori e architetti, ma anche rivenditori, costruttori edili e progettisti dovranno sapersi innovare per essere competitivi e differenziarsi rispetto alle nuove filiere emergenti che fanno leva sulla logica ‘fai-da-te’ a basso prezzo”.

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